Fascismo, Resistenza, Libertà. Verona 1943-1945. Al Museo di Castelvecchio un innovativo viaggio multimediale nella storia della città

Un racconto rigoroso ed emozionale, strutturato su diversi spazi narrativi, con l’impiego di strumenti digitali, filmati, proiezioni olografiche, documenti, manufatti e opere d’arte originali.
Una modalità espositiva che trasporta il visitatore all’interno della storia della città di Verona e non solo, nel biennio tra il 1943 e il 1945.
La mostra apre al pubblico venerdì 14 marzo, dalle ore 10.
Data:

13/03/2025

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3 min

Descrizione

Quest’anno sono gli ottant’anni della Liberazione dal Nazifascismo e l’Amministrazione Tommasi ha voluto ricostruire attraverso questa mostra la storia dell’ultimo biennio in cui Verona, dopo l’8 settembre 1943, è stata teatro di avvenimenti cruciali a livello nazionale, e per questo motivo – come ricorda il sindaco Damiano Tommasi nell’introduzione del catalogo della mostra –, è importante essere consapevoli del ruolo svolto dal Fascismo repubblicano, anche in relazione a una caratteristica che la città mantiene tutt’oggi: ovvero essere uno snodo ferroviario rilevante grazie alla sua posizione strategica tanto sull’asse nord-sud quanto su quello est-ovest. Questa condizione la rese centrale per le pratiche di prigionia e deportazione tanto del popolo ebraico quanto dei deportati politici e militari. 

Nella sala Boggian al Museo di Castelvecchio, dal 14 marzo al 27 luglio 2025, fatti e personaggi di oltre ottant’anni fa rivivono in un percorso espositivo quasi tridimensionale, in grado di captare immediatamente l’attenzione del visitatore, trasportandolo in un viaggio storico-artistico davvero suggestivo.    

Grazie a supporti multimediali originali, riprendono infatti vita alcuni dei protagonisti delle vicende storiche che hanno segnato Verona e non solo nel biennio tra il 1943 e il 1945. Personaggi noti a livello nazionale, come il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, e meno noti come il nazista Friedrich Boβhammer, che da Verona resse le fila delle deportazioni degli ebrei, Rita Rosani, ebrea e partigiana morta in battaglia nel 1944 e l’antifascista e scultore Vittore Bocchetta.   

Un’esperienza unica e suggestiva, promossa dalComune di Verona - Assessorato alla Cultura e Direzione Musei Civici, in collaborazione con l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporaneain occasione della ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025), con la mostra Fascismo Resistenza Libertà. Verona 1943 – 1945, al Museo di Castelvecchioche ripercorre la storia politica, socio-culturale ed artistica della città nel biennio tra il 1943 e il 1945. 

L’esposizione, curata da Andrea Martini, Federico Melotto, Marta Nezzo, Francesca Rossi, si articola in sei diverse sezioni che ripercorrono la storia della città e si rivolgono al più ampio pubblico e in particolare alle giovani generazioni, sperimentando un allestimento innovativo che anima un racconto emozionale combinando, in vari spazi narrativi, strumenti digitali, filmati, proiezioni olografiche con personaggi storici allo specchio, documenti, manufatti e opere d’arte originali. 

Come evidenziato dal sindaco di Verona Damiano Tommasi: “La ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal nazifascismo (1945-2025) ci consegna l’opportunità imprescindibile di riflettere rispetto alla storia recente della nostra città. In tutte le sue sfaccettature di complessità, il titolo “Fascismo Resistenza Libertà” ci permette di attraversare lo spazio e i diversi punti di svolta che hanno plasmato Verona, condizionando anche la città di oggi. Si tratta di un atto di consapevolezza doveroso, poiché in questo nostro tempo esiste una dimensione in cui la democrazia non deve avere timori nel confrontarsi con la propria storia. Ricordare è un atto di giustizia: di questo anzitutto si nutre il desiderio di verità e libertà. Dell’importanza di cogliere questa opportunità ne ha parlato a lungo anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella riportando le vicende resistenziali ai fondamenti della Repubblica e presupposto della Costituzione, che hanno consentito all’Italia di riallacciare i fili della sua storia e della sua unità. Oggi sembra che tutto si giochi su due parole, la paura o il coraggio, a seconda del punto di vista, di chiamare con il loro nome la Resistenza, l’antifascismo, le attività dei nostri partigiani. Dobbiamo vivere l’orgoglio di essere figli della Resistenza e di una Repubblica nata su valori forti, nella serenità di essere dalla parte giusta con la consapevolezza di camminare lungo il sentiero della giustizia e della democrazia”. 

La mostra, che sarà inaugurata oggi pomeriggio alle 17, è stata presentata questa mattina dagli assessori alla Cultura Marta Ugolini e alla Memoria storica Jacopo Buffolo. Presenti anche i curatori dell’esposizione, la direttrice dei Musei civici di Verona Francesca Rossi, Federico Melotto presidente Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, Andrea Martini direttore Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea e Marta Nezzo professoressa ordinaria dell’Università di Padova. 

“Un progetto culturale inedito per Verona – sottolinea l’assessora alla Cultura Marta Ugolini –. Città la cui storia è stata profondamente segnata dagli eventi della Seconda guerra mondiale, ma che, nel corso del tempo, non ha coltivato con pari rilevanza la memoria di quel periodo. Dopo la mostra curata da Licisco Magagnato nel 1975, non si ricordano iniziative culturali di analoga portata. Di particolare significato è il fatto che l'esposizione abbia il proprio fulcro in Castelvecchio, luogo che fu teatro di eventi storici cruciali. Tuttavia, il progetto non si limita a una mera ricostruzione storica, ma si distingue per la centralità dedicata al ruolo degli artisti, talvolta cantori del regime, ma anche interpreti di visioni alternative e portatori di messaggi di diversa natura.Il percorso espositivo si sviluppa in una narrazione visiva, testuale e persino teatrale, grazie all'impiego di tecnologie multimediali, offrendo così un'esperienza immersiva e stratificata. A tal proposito, è doveroso esprimere profonda gratitudine a tutte le figure coinvolte – curatori, eminenti studiosi, creatori di contenuti, tecnici, prestatori e partner – il cui prezioso contributo ha reso possibile la realizzazione della mostra e del suo corposo catalogo.Siamo certi, con cognizione di causa, che questo progetto rappresenti un arricchimento per il patrimonio culturale dell’intero Paese, come del resto è stato riconosciuto anche dal Ministero della Cultura”. 

“La ricorrenza degli ottant’anni dalla Liberazione dal Nazifascismo (1945-2025) – sottolinea l’assessore alla Memoria storica del Comune di Verona, Jacopo Buffolo –, ci consegna l’opportunità di riflettere sulla storia della nostra città nel biennio che l’ha vista teatro di occupazione, deportazioni e bombardamenti, ma anche resistenza e ricostruzione. Nella consapevolezza che queste pagine della storia civica, pur studiata, non sembrano essersi ancora radicate nella memoria pubblica comune. Abbiamo fortemente voluto questa mostra perché crediamo che Verona sia un caso di studio emblematico che non racconta solo una storia locale, ma può essere una testimonianza rappresentativa anche a livello nazionale. Vogliamo offrire, soprattutto alle nuove generazioni, l’occasione di confrontarsi con un passato difficile e stratificato, illuminandone i tratti salienti, per comprendere al meglio la città di oggi”. 

La mostra si tiene a Castelvecchio, nello stesso luogo che fu teatro del congresso del partito fascista repubblicano, proprio in quella sala dove si svolse il processo ai gerarchi fascisti “traditori” del Gran Consiglio, un episodio che sottolinea il drammatico passaggio dalla dittatura alla rinascita democratica. Come evidenzia la curatrice Francesca Rossi, direttrice dei Musei civici di Verona,“la mostra è frutto di un progetto corale curato da storici e storici dell’arte, con il supporto di un comitato scientifico internazionale. Un racconto della storia, dalla quale emerge il ruolo fondamentale che i musei e le soprintendenze svolsero per la protezione del patrimonio artistico e la ricostruzione post bellica della città e dei suoi monumenti. Castelvecchio, sede della mostra, rappresenta quindi il luogo simbolo di quella tragica stagione e delle responsabilità e del coraggio di coloro che l’hanno vissuta”. 

Attraverso fotografie, molte delle quali inedite, documenti – tra cui, in originale il verbale della celebre seduta del Gran Consiglio del fascismo del 24-25 luglio 1943 – dipinti, sculture e disegni, filmati d’epoca provenienti dall’Archivio Luce Cinecittà e un allestimento multimediale e interattivo che permette al visitatore di riscoprire il Museo com’era in passato, la mostra racconta questa parte di storia, centrale del nostro paese. Il percorso espositivo restituisce attraverso delle isole multimediali e dei punti narrativi, le voci di alcuni protagonisti delle vicende storiche, personaggi noti a livello nazionale come il genero di Mussolini, Galeazzo Ciano, e meno noti come il nazista Friedrich Boβhammer, che da Verona regge le fila delle deportazioni degli ebrei, Rita Rosani, ebrea e partigiana morta in battaglia nel 1944 e l’antifascista e scultore Vittore Bocchetta, offrendo al pubblico un’esperienza autenticamente immersiva. 

Gli spazi della sala Boggian, luogo simbolo del Museo e della città, originariamente utilizzata per i grandi concerti e poi bombardata nel 1945 e ricostruita nel dopo guerra, ospitano inoltre per la prima volta un focus sulla mostra dedicata all’arte salvata che si tenne nel 1947 in queste stesse sale e curata da Antonio Avena, allora direttore dei Musei e Gallerie d’Arte di Verona. Una mostra simbolo della ricostruzione di Verona, in cui vennero esposte le opere messe in salvo durante gli anni della guerra e successivamente recuperate dal territorio; un vero risarcimento alla popolazione ferita dal conflitto, realizzato grazie al coraggio dei cittadini e delle istituzioni volto a preservare e proteggere il patrimonio artistico della città. 

In occasione della mostra Fascismo Resistenza Libertà. Verona 1943 – 1945, verrà presentata al pubblico una selezione di quelle opere sopravvissute, tra cui Eliodoro e il sacerdote Onia di Giambattista Tiepolo, la Dama delle licnidi di Peter Paul Rubens e un’Allegoria della Speranza di Alessandro Turchi, unica opera sopravvissuta di un ciclo di tele dell’artista. 

La mostra è stata realizzata con il patrocinio dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, della Fondazione Fioroni, del Dipartimento Culture e Civiltà dell'Università degli Studi di Verona, del Centro per i Musei Università degli Studi di Padova, del Centro per la storia dell'Università di Padova e con il sostegno dell'associazione Amici dei Civici Musei di Verona. 

Durante la mostra verrà presentato al pubblico il progetto i ‘Luoghi della Memoria’ veronese che ha portato alla realizzazione di una speciale mappa, con la creazione di un nuovo percorso culturale centrato sulla città attraverso la storia delle persecuzioni, della prigionia e delle deportazioni.La mappa è stata realizzata dall’Archivio Generale del Comune di Verona in collaborazione con l’Istituto veronese per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea. 

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Electa. 

Dichiarazioni dei curatori
“La mostra celebra una ricorrenza importante – precisa Federico Melotto – che proprio per  questo ha imposto ai curatori e a tutti coloro che hanno lavorato alla definizione del calendario degli appuntamenti che si susseguiranno quest’anno, l’esigenza di proporre una nuova narrazione di quei fatti, capace di parlare a un numero sempre più ampio di persone e soprattutto a coloro che percepiscono quello specifico passato come lontano e ormai privo di senso. Per questa ragione la mostra ha sperimentato, devo dire con una buona dose di coraggio, un allestimento innovativo e semi-immersivo che punta su un racconto emozionale combinando, in più parti, strumenti digitali, filmati, proiezioni olografiche con personaggi storici allo specchio ma anche documenti, manufatti e opere d’arte originali”. 

“Con questa mostra – spiega Andrea Martini – abbiamo cercato di analizzare in tutta la sua complessità un biennio estremamente denso come il 1943-1945, con attenzione certo alla stagione del Fascismo, ma anche alla stagione della Resistenza. Abbiamo quindi cercato di dare valore alle imprese dei partigiani e, su tutte, alla liberazione di Giovanni Roveda dal carcere degli Scalzi, cercando di accompagnare anche il visitatore verso la stagione della Ricostruzione e della Liberazione.Una stagione caratterizzata da cortocircuiti, densa e complessa, tra continuità tra Fascismo e l'Italia repubblicana, ma anche una stagione di ripartenza fondamentale per la città”. 

“Una esposizione che presenta numerose opere d’arte coese ai fatti – sottolinea  Marta Nezzo –. Capolavori che illustrano semplicemente per frammenti, quella che era la condizione visiva e artistica nella quale si muoveva la popolazione fra gli anni 30 e 40. La scelta di produrre opere d'arte in mostra è legata alla profonda convinzione che l'arte sia una parte importante della vita, una sorta di talismano, il corpo della storia e in essa si possono vedere anche le contraddizioni dell'umano. Sicché le opere d'arte diventano principio di memoria, esibiscono insieme la nostra natura creativa e la nostra natura distruttiva. Spesso addirittura nello stesso pezzo. E dunque erano fondamentali per capire un momento difficile, tragico, ma anche principio di rinascita, quale fu quello della Resistenza e poi della Libertà, altrettanto imprescindibili per comprendere cosa fu il periodo della dittatura”. 

La mostra, promossa dal Comune di Verona, Musei Civici, Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, è stata inoltre realizzata con il patrocinio di: Ministero della CulturaIstituto Nazionale Ferruccio ParriFondazione FioroniDipartimento Culture e Civiltà dell'Università degli Studi di VeronaCentro per i Musei Università degli Studi di PadovaCentro per la storia dell'Università di Padova, e con il sostegno dell'associazione Amici dei Civici Musei di Verona

Informazioni sulla mostra sul sito dei Musei civici di Verona

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Ultimo aggiornamento: 04/07/2025 10:19

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