Inaugurazione giardini Nelson Mandela

Giovedì 2 ottobre la cerimonia nell’area verde in via Girolamo dalla Corte a Borgo Venezia intitolata al Premio Nobel della Pace, nato in Sud Africa.
“L’istruzione è l’arma più potente che puoi usare per cambiare il mondo”, Mandela 16 luglio 2003, Witwatersrand University, Johannesburg.
Data:

03/10/2025

Descrizione

Si sono svolte nella mattina di giovedì 2 ottobre, in un parco gremito di autorità cittadini e studenti in via Girolamo dalla Corte a Borgo Venezia, le celebrazioni per l’intitolazione dei Giardini a Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace (1918-2013), figura emblematica per ogni Paese del mondo, a cui Verona aveva riconosciuto la cittadinanza nel 1988 e che, attraverso questa iniziativa, l’Amministrazione Tommasi, con il supporto delle associazioni Azione Comunitaria e Pangea, ha voluto ricordare per sempre.
Presenti allo scoprimento della targa celebrativa, oltre al sindaco Damiano Tommasi, gli assessori ai Giardini e Toponomastica Federico Benini e alle Politiche educative e Scolastiche Elisa La Paglia, la ministra Plenipotenziaria dell’ambasciata della Repubblica del Sudafrica Mmathari Mashao, Agostino Trettene Co-Presidente di Azione Comunitaria, Jean-Pierre Pessou presidente di Pangea e la presidente della Circoscrizione 6^ Rita Andriani.
Alla cerimonia hanno inoltre preso parte gli studenti e le studentesse della scuola secondaria di primo grado “Fincato – Rosani” – Istituto comprensivo VR 15 Borgo Venezia.

 “Le istituzioni cittadine e non solo, sono oggi tutte riunite per rendere onore a una persona dal valore umano e sociale straordinario – ha sottolineato il sindaco Damiano Tommasi –, che ha cambiato la storia e che da tantissimo tempo merita di avere non solo uno spazio, ma un ricordo, una presenza costante nella nostra città. Oggi è una giornata molto particolare, per la situazione internazionale che viviamo, per quello che è accaduto ieri e che sta accadendo in Medio Oriente. Nelson Mandela, con la sua vita di sofferenza, è riuscito ad ispirare tantissime persone, che grazie al suo esempio hanno cambiato le sorti del loro Paese e non solo. Figure come Mandela devono continuare ad essere di esempio una guida, in particolare in questi tempi, dove servono a cittadini e cittadine dei simboli positivi da seguire, modelli in grado di produrre valore e costruire possibilità.

Partendo da questo esempio abbiamo pensato di dedicare qui a Verona proprio uno spazio di socialità, di incontro, che consente ai cittadini e alle cittadine di uscire dalla loro comfort zone, per vivere, socializzare, condividere e accrescere l’idea che non siamo soli e che questo ci rende più forti.  

Uno degli obiettivi è quello di approfittare di un'opera della nostra città come la Filovia, per segnare i punti della nostra città, con persone che hanno fatto la storia e che diano significato anche a questa strumento di viaggio, che è anche convivenza. Mi auguro si possa intitolare una fermata della filovia a Nelson Mandela e che sia la prima di tante belle iniziative legate a questo nuovo mezzo di trasporto pubblico”.
“Ringrazio tutti per la presenza, specialmente le autorità e chi ha portato avanti questo evento con le associazioni – ha sottolineato la ministra Plenipotenziaria dell’ambasciata della Repubblica del Sudafrica Mmathari Mashao –. Un ringraziamento che giunge anche dall'Ambasciatore, che non è potuto essere presente qui oggi. Sono profondamente emozionata per essere all'inaugurazione dei giardini a nome di Nelson Mandela. Mandela non ha soltanto rappresentato la libertà e i valori di ogni essere umano, ma anche la giustizia, che è il valore intrinseco di tutti. Questa occasione incorona veramente tutti gli sforzi che ha fatto e soprattutto tutti i valori in cui lui ha creduto e così fa della città di Verona la custode di tutto ciò che Mandela ci ha lasciato. In questo giardino, il nome di Nelson Mandela rimarrà un posto per la pace, un posto per ricordare veramente la pace e tutto quello che lui ha lasciato. Come un insegnamento, soprattutto sul valore”.

 “Una personalità che ha cambiato le vite di tutta l'umanità con il suo pensiero e le idee per cui si è battuto – ha dichiarato l’assessore Benini –. Più che dedicare una piazza, una strada, abbiamo scelto di destinare un'area verde, un giardino, che rappresenta la trasformazione, la  resistenza e il cambiamento e la crescita, che sono esattamente tutti insegnamenti che ci ha dato e che ha lasciato alle  future generazioni Nelson Mandela”.

 “Una celebrazione che oggi, di fronte alla crisi umanitaria che è in corso, acquista un significato ancora più importante, perche Nelson Mandela ci può aiutare a leggere i fatti che stanno drammaticamente segnando il nostro presente – ha evidenziato l’assessora Elisa La Paglia –. La cosa eccezionale di questa manifestazione è il radicamento e il legame che ha con il territorio, lo dimostrano le tante persone oggi presenti, gli studenti e le associazioni legate ai temi della pace. E’ stato portato avanti un percorso di attivazione e di racconto della storia, che ha coinvolto molto bene anche le nuove generazioni”.

Nelson Mandela. Mvezo 18/07/1918 - Johannesburg 5/12/2013

Leader della lotta contro la segregazione razziale, premio Nobel, Presidente del Sudafrica Cittadino onorario di Verona dal 1988.
Nelson Rolihlahla Mandela nacque il 18 luglio 1918 a Mvezo, nel Transkei. Crebbe a Qunu, in un ambiente rurale, e grazie alla volontà della famiglia poté studiare fino a laurearsi in legge, diventando uno dei primi avvocati neri del Sudafrica.
Negli anni Quaranta entrò nell’African National Congress (ANC) divenne presto il simbolo di una resistenza che costò a lui e a molti compagni persecuzioni e processi. Attivista impegnato, contribuì a fondare la Lega Giovanile, spingendo l’organizzazione a una resistenza più decisa contro il sistema di apartheid, il regime di segregazione razziale che dominava il Sudafrica.
Negli anni Cinquanta guidò campagne di boicottaggio e disobbedienza civile, come la “Defiance Campaign” del 1952. Nel 1956 fu processato insieme ad altri attivisti nel Treason Trial, che si concluse con la sua assoluzione nel 1961.
Dopo il massacro di Sharpeville del 1960, comprese che la sola lotta pacifica non era più sufficiente e partecipò alla fondazione, all'interno dell’ANC, del movimento Umkhonto we Sizwe, che prevedeva azioni di guerriglia contro il regime segregazionista.
Arrestato il 5 agosto 1962, fu condannato a cinque anni di carcere.
Nel 1963, dopo la scoperta della base di Rivonia, venne nuovamente processato con l’accusa di sabotaggio e cospirazione. Durante il Rivonia Trial (1963–1964) pronunciò il celebre discorso in cui dichiarò di essere pronto a morire per un Sudafrica libero e giusto.
Il 12 giugno 1964 fu condannato all’ergastolo.
La prigionia durò ventisette anni, soprattutto a Robben Island, in condizioni dure e di isolamento. Mandela divenne nel frattempo il simbolo mondiale della resistenza all’apartheid e della dignità umana.
La sua liberazione, l’11 febbraio 1990, segnò l’inizio di una nuova stagione per il Paese, aprendo la strada ai negoziati con il presidente Frederik de Klerk.
Insieme ricevettero nel 1993 il Premio Nobel per la Pace. Nel 1994, con le prime elezioni libere, Mandela fu eletto Presidente del Sudafrica post-apartheid. Il suo mandato (1994–1999) fu segnato da politiche di inclusione e dalla Commissione per la Verità e la Riconciliazione, che trasformò la memoria del conflitto in un percorso di perdono e unità. Dopo la presidenza continuò a impegnarsi per i diritti umani e la lotta all’HIV/AIDS.
Durante la detenzione studiò per corrispondenza, divenendo riferimento morale anche per i compagni di cella. Rifiutò più volte la libertà condizionata in cambio della rinuncia alla lotta, per non legittimare l’apartheid.
La Commissione per la Verità e la Riconciliazione, guidata da Desmond Tutu, rese pubbliche testimonianze che aiutarono la guarigione nazionale. Nel 1995 sostenne simbolicamente gli Springboks alla Coppa del Mondo di rugby, gesto diventato icona dell’unità del Paese. Scelse di restare in carica un solo mandato, per affermare una cultura democratica basata sulla rotazione del potere. Con la Nelson Mandela Foundation promosse istruzione, leadership giovanile e memoria storica. Il 18 luglio, Mandela Day, è diventato una giornata simbolica dedicata a promuovere valori di giustizia, libertà e uguaglianza.
La sua eredità ispira tuttora movimenti per i diritti civili e la giustizia sociale nel mondo. Si spense il 5 dicembre 2013, all’età di 95 anni.
Rimane una delle figure più amate e rispettate del Novecento, esempio universale di coraggio, riconciliazione e speranza, capace di trasformare la sofferenza in forza morale.

 Motivazione del Premio Nobel per la Pace 1993

“Guardando avanti, verso la riconciliazione sudafricana, invece che indietro, verso le profonde ferite del passato, essi hanno dimostrato integrità personale e grande coraggio politico. Le disparità etniche provocano i conflitti più aspri. Il Sudafrica è stato il simbolo della repressione in funzione razziale. La politica costruttiva di pace e riconciliazione di Mandela e De Klerk indica anche la via per la soluzione pacifica di simili conflitti profondamente radicati altrove nel mondo. I precedenti vincitori del 'Nobel' Albert Lutuli e Desmond Tutu diedero importanti contributi al progresso verso l'eguaglianza razziale in Sud Africa. Mandela e De Klerk hanno fatto compiere al processo un altro grosso passo” Con questa motivazione il Comitato norvegese del Nobel decise di assegnare il Premio per la Pace del 1993 a Nelson Mandela e Frederik Willem De Klerk per la loro opera, per la conclusione pacifica del regime di apartheid e per avere gettato le basi per un nuovo Sud Africa democratico.

Mandela Presidente

La sua presidenza, dal 10 maggio 1994 al 14 giugno 1999, aprì una nuova era nella storia del Sudafrica, caratterizzata dal superamento delle divisioni e dalla costruzione di una memoria condivisa. Attraverso la Commissione per la Verità e la Riconciliazione, guidata da Desmond Tutu, Mandela scelse la difficile strada del perdono, portando alla luce le ferite dell’apartheid senza cedere alla logica della vendetta. Furono anni segnati da politiche di inclusione, da simboli capaci di unire – come il sostegno agli Springboks durante il Mondiale di rugby del 1995 – e dalla dignità restituita a milioni di sudafricani. Un mandato breve, ma cruciale, che segnò il passaggio dall’odio alla speranza e offrì al mondo l’immagine di un leader capace di trasformare il potere in responsabilità morale.

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Ultimo aggiornamento: 03/10/2025 11:27

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